alice che sorride

Lavoro nel mondo della comunicazione digitale dal 2013, ma prima sono stata una tata, un’aspirante giardiniera comunale, responsabile di botteghino di un teatro, un’archivista di fotografie teatrali, un’operatrice call center, un’attrice amatoriale. Ognuno di questi mestieri sono pezzetti della me di oggi e mi ricordano la strada che ho fatto per arrivare dove sono ora.

Una volta mi hanno detto che sono un’osservatrice attiva e io mi ci sono ritrovata talmente tanto che lo scrivo ovunque. Dicono anche che sono una facilitatrice grafica perché uso i disegni per aiutare chi mi ascolta a capirmi senza fraintendimenti.

Amo disegnare soprattutto per Strategie Prenestine, il gruppo di lettura di Roma Est di cui faccio parte. I miei disegni li trovate anche dentro Qualcosa, la mia newsletter.

Se mi senti parlare capisci subito da dove vengo: nonostante viva a Roma dal 2004 il mio accento è inconfondibilmente sardo. Vengo da una zona della Sardegna che viene chiamata l’isola nell’isola, l’Ogliastra, dove ci sono colline, mare, lunghissime spiagge tutte diverse e donne e uomini che vivono oltre i 100 anni. Ah, ci trovi anche i culurgionis, quelli davvero originali e se non sai cosa sono forse devi rimediare. Subito.

Sono un’appassionata di liste, un’ordinatrice seriale, una collezionista di bottoni e di quaderni, mi piacciono i libri cattivi che fanno piangere, ma anche quelli che fanno ridere, e le graphic novel.

Sono anche mamma di Lila, che ho chiamato così per quella Lila lì, quella dell’Amica geniale di Ferrante ma l’ho scelto perché mi piace il suono tondo che fa e perché me lo sono pronunciato all’improvviso, in un momento particolare e mi è sembrato un segno che non potevo ignorare.

Uno dei miei posti preferiti che però non esiste davvero è Instagram, dove in questi anni ho fatto amicizia con tantissime persone: alcune ancora non le ho conosciute veramente ma fanno parte della mia vita quotidiana. Tutte queste persone mi hanno insegnato o fatto scoprire qualcosa. Occupo questo social con gioia quindi, e amo scriverci pezzi di vita e storie e le cose da ricordare.

Se sono diventata freelance lo devo anche a IG perché è lì che ho capito di voler occupare uno spazio tutto mio. Un altro motivo per cui ho deciso di aprire la P. Iva è perché finalmente volevo dare il giusto valore al mio lavoro e farlo con i miei tempi: in modo misurato, senza smarginarmi tutta.   

Se ora hai un po’ di curiosità e vuoi conoscermi, propormi di lavorare insieme puoi scrivermi o dare uno sguardo ai miei servizi.