Questa era un’intervista prevista da tempo ma la vita sa sempre come mettersi in mezzo. È anche vero che le cose accadono quando devono accadere e quindi oggi a Illustrami arriva finalmente Silvia Benedet.
Conosciuta online come Silvia Bes, il suo è un mondo di pastelli, acquarelli e pennarelli dai colori tenui fatto di viaggi, vigneti e lambrette. L’ho conosciuta a una masterclass online: si è presentata dicendo che si occupava di comunicazione digital e illustrazione, e quando ha aggiunto di essere al lavoro per cercare di far parlare queste due parti, ho subito pensato che avrei dovuto conoscerla, perché, ecco, mi trovavo nella sua stessa identica situazione! Deve aver avuto lo stesso pensiero anche Silvia, visto che qualche giorno dopo la masterclass mi ha chiesto di prenderci un caffè virtuale insieme. Chiacchierare con lei è stato molto bello e anche istruttivo, perché mi ha dato diversi spunti e spinte per pensare davvero come poter integrare le mie illustrazioni con il mio lavoro. Quindi la ringrazio pubblicamente per quel caffè e anche per questa intervista. Partiamo!
Lingue orientali, comunicazione e illustrazione: come sei approdata ai disegni?
Oddio, già una domanda complicata.
Allora, i disegnetti hanno sempre un po’ fatto parte di me, della mia vita, delle mie routine. Da piccola sognavo di diventare una scrittrice o una disegnatrice, o entrambe le cose, in stile Bianca Pitzorno. Dopo le medie ero indecisa se iscrivermi al liceo artistico o al classico, e per una serie di fattori ha vinto il secondo, per cui il disegno è rimasto lì, praticato o scarabocchiato a margine. Una grande curiosità per il mondo mi ha spinto a laurearmi in lingue orientali, un’esperienza meravigliosa che mi ha portato a passare molto tempo in Giappone (e generalmente in giro).
Durante quegli anni ho anche capito che per lavorare con la lingua giapponese avrei dovuto trasferirmi lì in pianta stabile, mentre io vedevo il mio futuro in Italia. Ho quindi cambiato rotta, specializzandomi, tra master e corsi vari, in comunicazione e promozione del territorio. In questo periodo avevo un blog, che si chiamava i diari della lambretta, dove oltre a foto e cronache, pubblicavo anche piccole illustrazioni. Ho iniziato a lavorare nell’ambito della comunicazione per il territorio, e per 9 anni sono stata responsabile della comunicazione per un Consorzio di promozione e tutela del vino. Nel frattempo, a partire dalle illustrazioni che pubblicavo nel blog, hanno iniziato ad arrivarmi alcune richieste di lavoro su commissione. Nel 2022 ho lasciato il posto fisso per diventare freelance, dare più spazio all’illustrazione e inserirla sempre di più nei progetti di comunicazione che continuo a seguire. Lo so, sembra un percorso piuttosto contorto, ma ogni strada è diversa. E sono curiosa di vedere dove mi porterà.
Mamma mia che pippone, scusa.
Quale lavoro, progetto ti ha fatto dire “ok, sono un’illustratrice”?
Quando succede te lo dico.
Che effetto ti fa guardare i primi lavori?
Un mix. C’è sempre una punta di imbarazzo, ma è anche un esercizio utile per vedere come quel nocciolo fatto di tematiche e estetica che possiamo chiamare “stile” è lì, è sempre stato lì. E se non lo riconosco, beh è un disegno da cestinare senza grossi rimpianti. Non sarà nè il primo nè l’ultimo.
Se potessi tornare indietro nel tempo che consiglio ti daresti?
Ma buttati di più, che i progetti perfetti esisteranno sempre e solo nella tua testa.
Solitamente dove disegni? Riti, abitudini, posizioni, soundtrack?
Sono fortunata ad avere il mio studio, dove generalmente lavoro. La maggior parte delle illustrazioni nasce lì. Durante la giornata però ho spesso la tendenza (il bisogno?) a cambiare scenario, per ritrovare la concentrazione. Quindi tavolo della cucina, divano, mal di schiena, mal di collo ecc ecc.
Per quanto riguarda la colonna sonora: silenzio se sono in fase di sviluppo, audiolibri e podcast quando il progetto è ormai avviato. Amo la musica ma non riesco a lavorarci, abita il mio tempo libero. Una volta sorseggiavo tisane mentre disegnavo, ho smesso perché la tazza veniva continuamente scambiata con l’acqua per sciacquare il pennello.
Cosa ti ispira?
Questa è facile perchè l’ho già pensata per il sito 🙂
Le strade secondarie, i paesini di provincia, i libri illustrati, l’estetica vintage, i viaggi e, dal 2020, la grande avventura dell’essere genitore.
Le tue tecniche preferite
Penna (la mia preferita è la penna a inchiostro gel di Muji), acquerelli, pastelli acquarellabili (grandi favoriti Caran d’Ache Supracolor) e pennarelli (uso i Tombow). Fino a un paio di anni fa ho sempre lavorato in analogico, ma ho dovuto convertirmi per via delle tempistiche, poco compatibili con il maggior spazio che l’illustrazione ha preso nella mia vita lavorativa. Con Procreate mi trovo benissimo.
Una cosa che vorresti disegnare ma che non hai il coraggio di disegnare
Non so se si tratti di mancanza di coraggio o mancanza di fiducia. Comunque le persone, durante le sedute di disegno dal vivo, in giro. Per inclinazione e anche passione mi concentro di solito sugli edifici, ma mi piacerebbe spaziare.
Un esercizio che usi per fare bu! al foglio bianco
Moodboard di Pinterest, ne ho tantissime!
3 libri che ti hanno cambiato la vita
Domanda non facile, perchè non si parla di libri che semplicemente amo, ma che addirittura mi hanno cambiato la vita. Ci provo.
Polissena del porcello, di Bianca Pitzorno. Quel gusto per l’avventura raccontata e illustrata me lo porterò dietro sempre;
Kitchen, di Banana Yoshimoto, mi ha dato la spinta a conoscere di più il Giappone, con tutto quello che ne è seguito;
Seta, di Baricco: all’inizio della nostra relazione, io e il mio a lungo moroso e attuale marito ci siamo scambiati o reciprocamente letti un sacco di libri, questo è uno dei primi, e non avevo mai letto niente di simile.
3 illustratrici/illustratori che dobbiamo seguire
Dick Vincent, Nina Cosford, Gretas Schwester sono le mie ispirazioni quotidiane.
Una cosa che desideri fare ma che non hai ancora detto ad alta voce
Un libro, scritto e illustrato da me.
C’è una domanda che non ti ho fatto e che invece vorresti tantissimo che ti facessi ?
Per carità, non sollecitiamo altri pipponi 🙂
Chi ti piacerebbe vedere intervistatǝ dopo di te? E cosa gli/le chiederesti?
Serena Mabilia! Le chiederei qual è la sua libreria preferita
Arrivano gli alieni sulla Terra: la prima cosa che dici è…
Avrete sete, stappo qualcosa.