Illustrami è iniziata con l’obiettivo di conoscere meglio le illustratrici che seguivo da tempo su Instagram. Volevo saperne di più, dovevo per forza ficcanasare ecco. E adesso me ne vado alla ricerca continua di nuovi nomi, stili unici, magiche illustrazioni. È come scoperchiare un vaso di Pandora da cui, non vengono fuori gli orrori del mondo, bensì le meraviglie. Screenshotto e segno.
Per esempio, l’illustratrice di oggi l’ho scoperta grazie a una newsletter di Hoppípolla: mi sono segnata il nome e sono andata a cercarla. Viola Bartoli mi ha lasciato a bocca aperta: le sue illustrazioni sono sempre delle piccoli grandi storie in cui perdersi. Noti subito il suo amore sfrenato per il cinema, ma anche per la letteratura. Sono rimasta meravigliata anche dal fatto che ci separino quasi 10 anni di differenza (beata gioventù!) e che non abbia una marea di follower su Instagram: facciamo qualcosa a proposito.
Accenno giusto due cose che Viola ha tralasciato nella sua intervista: è stata selezionata per la VII edizione del Festival BilBolBul a Bologna all’interno del concorso Noi e gli altri; ha avuto una menzione della giuria al Festival Lucca Comics&Games del 2014 per il concorso Ritratti rivoluzionari. Poi segnalo la realizzazione, insieme al Collettivo Incubo alla balena, il libro A seguire i ghepardi, le autoproduzioni Macchina gialla, e Rosso dal finestrino. Il suo ultimo lavoro è I Pommeroy, fumetto liberamente tratto da un racconto di John Cheever.
Lascio la parola a Viola!
Da quanti anni sei un’illustratrice e perché?
La prima domanda è già difficile 🙂
Non so da quanti anni io possa ritenermi illustratrice in maniera “ufficiale”. Sicuramente dopo la fine del mio percorso di studi all’Accademia di Belle Arti di Urbino ho iniziato a ricevere alcuni lavori, ma forse il libro che mi ha dato la sensazione di essere entrata nel mondo del lavoro come illustratrice è stato Menu Risorgimento edito da Linkiesta Gastronomika.
Sono illustratrice, o meglio, lo sto diventando, (la strada sicuramente è ancora molto, molto lunga!) perché è una delle poche cose che mi fa veramente piacere fare. Non è facile e spesso vado incontro a crolli emotivi, ma la sensazione che mi dà il disegno è difficile da replicare.
Raccontaci cosa è ALMA
ALMA è una associazione nata da ex studenti e professori della Scuola del Libro di Urbino con lo scopo di radunare animatori, illustratori, fumettisti marchigiani e non, in un’unica grande “famiglia”. Si tratta di una realtà bellissima, che riesce a far vivere spazi del territorio attraverso eventi culturali, residenze d’artista, presentazioni di libri, premiazioni a personaggi di grande rilievo nel campo del disegno e dell’animazione.
Sono onorata di farne parte perché è davvero uno splendido gruppo di persone e consiglio a tutti di andare a sfogliare sul sito la rivista prodotta da ALMA, Solstizi, ricchissima di interviste e spunti interessanti per tutti gli amanti dell’animazione e del disegno.

Quale lavoro, progetto ti ha fatto dire “ok, sono un’illustratrice”?
Il lavoro che fin’ora mi soddisfa di più e che mi fa credere di poter fare questo lavoro è Menu Risorgimento (vedi prima domanda). Ho potuto lavorare su delle immagini eleganti, ricche di dettagli, e guardando il libro a distanza di un paio d’anni mi ritengo ancora abbastanza soddisfatta.
Che effetto ti fa guardare i vecchi lavori?
Dipende dal lavoro. Alcune cose mi soddisfano, magari perché sono riuscita ad usare una tecnica nel modo che volevo o ho colto una luce o una angolazione particolari (la luce di una finestra dentro una stanza o un cielo di un colore ben preciso) quindi mi piacciono perché sono riuscita in qualche modo a “centrare il bersaglio”. Riguardando altri lavori invece penso sempre che avrei potuto fare di meglio, che avrei potuto scegliere un altro colore o un’altra composizione. Ma immagino sia anche questione di esperienza quindi nei lavori successivi cerco sempre di non rifare gli stessi errori di cui mi sono già resa conto.
Se potessi tornare indietro nel tempo che consiglio ti daresti?
Mi direi di essere un po’ più libera e meno impaurita di questo mestiere. Ci sono molte cose che non riesco a disegnare o molte tecniche che non so padroneggiare, ma forse bisogna solo avere meno paura e buttarsi un po’ di più (in realtà questo consiglio vale anche per adesso!)
Solitamente dove disegni? Riti, abitudini, posizioni, soundtrack?
Disegno a casa, su una grande scrivania inclinabile regalatami dagli amici per la laurea. Mi piace stare sola mentre disegno perché ho bisogno di pensare molto, anche prima di buttare giù uno schizzo. Il sottofondo che mi accompagna solitamente è la radio, ma ogni tanto ascolto anche qualche audiolibro, podcast o musica (Ella Fitzgerald e le colonne sonore dei musical in primis).
Cosa ti ispira?
Spesso un lavoro parte dalla voglia di disegnare una determinata cosa. Magari mi va di disegnare una casa con la staccionata bianca e inizio con quella, poi man mano nasce qualcos’altro, una storia o semplicemente altre immagini. Una grande ispirazione sicuramente viene dalla letteratura, ma anche dalla poesia o a volte solo da una frase che fa scattare una scintilla. Mi piace molto anche “rubare” qualcosa dai film che amo, reimmaginarne le scene o usare dei colori che ho visto in qualche frame che mi ha colpito.
Le tue tecniche preferite
Principalmente lavoro con gli acrilici ma ultimamente mi sto convertendo anche al digitale. Inizialmente era per diminuire le tempistiche, ma mi sto rendendo conto che anche il digitale ha molto da offrire (anche se ancora devo farci amicizia 🙂 ).

Una cosa che vorresti disegnare ma che non hai il coraggio di disegnare
Ci sono tanti libri che mi piacerebbe illustrare ma non lo faccio, un po’ per paura di non essere all’altezza un po’ perché sono già stati illustrati da dei grandissimi disegnatori e temo proprio che nessuno potrebbe fare di meglio (penso per esempio al GGG di Roald Dahl, come si fa ad immaginare che il grande gigante gentile abbia un’altra faccia dopo quella disegnata da Quentin Blake?)
Un esercizio che usi per fare bu! al foglio bianco
Se conosci qualcuno che lo sa fare mettici in contatto!
3 libri che ti hanno cambiato la vita
Uno su tutti è L’alfabeto della saggezza un libro Einaudi illustrato che mi fu regalato da bambina da un’amica di mia madre. Lo lessi davvero tante tante volte, le storie mi rapirono e le illustrazioni fecero altrettanto. Probabilmente è il primo libro che mi ha fatto saltare agli occhi che immagini e testo funzionavano magnificamente insieme e che i disegni potevano rendere un libro ancora più speciale.
Sarò banale ma il secondo che mi ha cambiato la vita probabilmente l’ha cambiata a molti è… Cent’anni di Solitudine. Mi ha cambiata perché mi ha fatto scoprire la gioia della lettura, cosa vuol dire voler continuare a leggere ininterrottamente un libro per vedere come va a finire.
É stato il primo autore a farmi veramente appassionare ad una storia e a dei personaggi, e grazie a lui non ho più smesso di leggere.
Per ultimo direi Quién es Guillermo Tell?” del duo It’s Raining Elephant formato da Nina Wehrle e Evelyne Laube.
Già dopo la prima lettura questo libro è diventato una sorta di “Bibbia” personale. Sfogliandolo ho capito che non esisteva solo l’illustrazione per bambini o l’illustrazione per i quotidiani ma c’era anche una piccola nicchia per chi, come me, voleva fare illustrazioni dedicate ad un pubblico adulto amante delle storie particolari, misteriose, profonde. Il libro si domanda Chi è Guglielmo Tell? ma invece che iniziare dal racconto della leggenda che tutti conosciamo, si interroga su delle possibili risposte cercando di approfondire la domanda verso Gugliemo Tell come persona, oltre che come eroe. Quindi alla domanda del titolo si alternano risposte come “un padre”, “un marito” o “uno tra tanti” e le illustrazioni parlano da sole, intelligenti e magnifiche.
3 illustratrici/illustratori che dobbiamo seguire
Karlotta Freier, Pablo Auladell, Sidney Smith, Maite Grandjouan, Daniele Castellano, David De Las Heras, Elisa Menini, Bianca Bagnarelli, Veronica Truttero. Forse li seguite già tutti, se ancora non lo fate andate a dare un’occhiata!
Una cosa che desideri fare ma che non hai ancora detto ad alta voce
Mi piacerebbe tantissimo abbandonare per un po’ il colore e creare un libro di soli disegni a matita. È un pensiero che mi ronza nella mente ma ancora non lo avevo espresso!


C’è una domanda che non ti ho fatto e che invece vorresti tantissimo che ti facessi ?
Ma certo! I miei film preferiti! Ahahahaha! E ti avrei risposto con: Harry ti presento Sally, L’altro uomo e La vita è meravigliosa (e altri mille che non ho lo spazio per elencare :))
Chi ti piacerebbe vedere intervistatǝ dopo di te? E cosa gli/le chiederesti?
Mi piacerebbe che intervistassi Bruno Zocca! Ammiro molto il suo lavoro ma non so niente di lui o dei suoi processi creativi. Sarebbe un’intervista interessante da leggere 🙂 E gli chiederei… arrivano gli alieni sulla terra: la prima cosa che dici qual è? Mi sembra uno che può dare una risposta interessante 🙂
Arrivano gli alieni sulla Terra: la prima cosa che dici è…
conoscete per caso Rod Serling?

Kit digital per seguire Viola Bartoli
L’instagram tutto da sbavare
Un portfolio davvero wow
La scheda su ALMA