Forse non tuttз sanno che dal 2023 sono la responsabile della comunicazione online di una rivista femminista, nata addirittura nel 1975, che si chiama DWF: è una collaborazione iniziata per magia, che porto avanti con gioia e orgoglio, perché si tratta davvero di un progetto fondamentale per noi tuttз. Ho fatto la preziosa scoperta della fumettista e illustratrice oggi ospite, proprio grazie a DWF: la redazione ha infatti scelto una delle sue illustrazioni per il numero Lesbiche-з Amare, uscito a marzo 2024. Si chiama Eugenia Erba, ha studiato illustrazione e animazione a Milano poi Linguaggi del fumetto all’Accademia di Belle Arti di Bologna e dal 2022 è parte di C.RUDE, un collettivo di fumettistз. Il destino poi me l’ha voluta far incontrare al Festival Crack! al Forte Prenestino e senza vergogna le ho chiesto di farsi intervistare per questa puntata di Illustrami.
I suoi disegni mi fanno pensare ai corpi imponenti e bellissimi di Robert Crumb, ma anche a quelli dei film di Russ Meyer (quello di Up!, e no, non parlo del film della Pixar): sono corpi che riempiono con orgoglio lo spazio, lo occupano totalmente con bracce e gambe lunghissime, corpi pieni di desiderio e voglia di essere riconosciuti. Abitano mondi coloratissimi, e psichedelici dove il drag è una cosa da tutti i giorni. Che meraviglia!
Le lascio la parola!
Da quanti anni sei un’illustratrice, fumettista e perché?
Da circa 5 anni. Il fumetto e l’illustrazione sono i mezzi con cui mi sono sempre trovata più a mio agio per esprimermi artisticamente. Mi danno molto controllo sia sul disegno che sulla narrazione e ho sempre amato quanto diretti e accessibili sanno essere.
Quale lavoro, progetto ti ha fatto dire “ok, sono un’illustratrice”?
Probabilmente il fumetto che ho fatto per la mia tesi di laurea del triennio. Mi ricordo che per la prima volta ho pensato “Ok, questo è un lavoro che può essere considerato professionale”. Nonostante tutte le cose che cambierei riguardandolo adesso, rimango comunque piuttosto soddisfatta di quell’opera.
C.Rude è il collettivo di cui fai parte: ci racconti qualcosa in più?
C.RUDE è il collettivo che ho fondato insieme a cinque mie amichə: Gaia Venturelli, Valeria Porta, Caterina Del Balzi e Xhulja Licaji. Esiste dal 2022, quando ci siamo conosciutə mentre frequentavamo il biennio di fumetto all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Credo sia nato dal desiderio di comunità con altri fumettisti e nel nostro caso siamo statə fortunatə a trovare la perfetta alchimia come artistə tra di noi. Abitiamo principalmente il mondo dell’auto-produzione, girando i festival di fumetto in tutta Italia. Abbiamo realizzato diversi lavori come collettivo. In particolare quelli di cui vado più fiera sono le nostre due antologie No ti prego non farmi del male e l’ultima uscita Bandidas.
Che effetto ti fa guardare i vecchi lavori?
Un po’ nostalgico visto che qualche anno fa ho avuto un grande shift per quanto riguarda il mio stile di disegno. Credo che per molti sarebbe difficile riconoscere quei lavori e i miei attuali come appartenenti alla stessa artista. Però ultimamente sto pensando di provare a riprendere in mano alcune tecniche di colore che utilizzavo in passato, sia mai che ne esca qualcosa di interessante.
Se potessi tornare indietro nel tempo che consiglio ti daresti?
Di interessarmi prima al mondo del fumetto, specialmente quello italiano. Fare ricerca sui numerosi eventi e festival che esistono, vedere quello che altri giovani fumetti fanno, le case editrici, i collettivi. Alla fine sono riuscita ad arrivarci un po’ a stento, anche grazie al supporto di molti amici e conoscenti, ma di sicuro avere più informazioni mi avrebbe aiutata a sentirmi meno spaesata all’inizio.
Solitamente dove disegni? Riti, abitudini, posizioni, soundtrack?
Disegno al tavolo della mia cucina, che è anche dove faccio colazione, pranzo e cena. Quindi durante i periodi di lavoro intenso diventa letteralmente il centro della mia vita. La posizione di lavoro purtroppo, come per la maggior parte dei fumettisti, è quella non raccomandata dall’ortopedico. Sicuramente me ne pentirò amaramente negli anni a venire 🙂 Per quanto riguarda la soundtrack non ho gusti particolari. Passo da playlists di musica su YouTube (mai Spotify) a riascoltare per la millesima volta le mie serie preferite. Qualunque cosa che faccia un po’ di rumore di sottofondo.
Cosa ti ispira?
I fumetti, le fumettiste, il mondo dell’alta moda che nessuno può permettersi e la streetwear. I libri di fotografia di Derek Ridgers sulla cultura punk anni 80’, la manifattura degli stivali da cowboy vintage, tutto il mondo Drag e recentemente qualunque media che parla di vampiri.
Le tue tecniche preferite
Decisamente inchiostrazione tradizionale a pennello.
Una cosa che vorresti disegnare ma che non hai il coraggio di disegnare
Un fumetto pazzo e insensato, senza capo ne coda, completamente fuori dagli schemi. Spesso mi trovo un po’ incapace di uscire dalle strutture (di disegno e narrative) esistenti.
Un esercizio che usi per fare bu! al foglio bianco
Non uso il foglio bianco! Da un po’ di tempo disegno tutto i miei sketch e idee su fogli leggeri rosa. Una tecnica che consiglio molto per superare la paura del vuoto. Inoltre sono più belli.
3 libri che ti hanno cambiato la vita
Il signore delle mosche di William Golding, 4,3,2,1 di Paul Auster, uno dei libri più belli che abbia mai letto in uno dei periodi più belli della mia vita. Obbligatoria menzione fumetto, Stone Fruit di Lee Lai.
Che rapporto hai con i social?
Purtroppo un po’ restio. Ne capisco l’importanza nel mio campo ma è davvero qualcosa che non mi viene naturale, devo continuamente ricordarmi di postare i miei lavori. Nonostante questo c’è poco da fare, molti contatti e opportunità si trovano online, quindi ogni fumettista deve improvvisarsi anche social media manager di se stesso.
3 illustratrici/illustratori che dobbiamo seguire assolutamente
Oda Iselin Sønderland, Leo Fox, e Alice Bloomfield.
Una cosa che desideri fare ma che non hai ancora detto ad alta voce
Difficile domanda perché di solito do voce a qualunque idea o pensiero che mi passa per la testa, per paura di dimenticarmelo… Forse prendere delle piante per dare un po’ di vita a casa mia.
C’è una domanda che non ti ho fatto e che invece vorresti tantissimo che ti facessi ?
Probabilmente qual è il mio film preferito, perché sotto sotto sono una snob cinefila. Siamo brutte persone. Ma ci avrei messo tutto il giorno a scegliere una risposta, quindi meglio così!
Chi ti piacerebbe vedere intervistatǝ dopo di te? E cosa le/gli chiederesti?
Una delle mie compagnə di collettivo e le chiederei quanto mi odia per averla messa “on the spot” in questo modo, ahaha.
Arrivano gli alieni sulla Terra: la prima cosa che dici è…
“Ho amato tantissimo il vostro lavoro in Men in Black I & II.”