Stavolta cercherò di non perdermi in troppi giri di parole e andrò dritta al punto: seguo Laura Angelucci da un po’ di tempo, e mi è capitato di incontrarla casualmente in giro per il quadrante di Roma Est – in cui entrambe risiediamo – diverse volte, ma mai una volta ho avuto il coraggio di fermarla per presentarmi e chiederle di fare parte di questa rubrica (anche lei, come voi, lo scopre adesso). Quando ad aprile l’ho vista al bancone di Sparwasser durante il Festivalino Prenestino, ho pensato che fosse finalmente arrivato il momento. E lo dimostra anche la foto qui sotto, che magicamente ci ha scattato Matteo Recine, dove potete ammirare la mia gestualità composta e la faccia che ho quando mi butto nelle cose senza pensarci troppo.
Lunghi capelli biondi, amante dei gatti e della cacio e pepe, classe 1991, Laura Angelucci ha un curriculum davvero sbam: TED, Huffington post, La Repubblica, La Stampa, Domani Editoriale e sono solo alcuni dei suoi clienti. Scorrere il suo portfolio è un viaggio lisergico: le sue illustrazioni sono come sogni ad occhi aperti, che spesso si trasformano in incubi dove insetti, panni sporchi e post it si impossessano di te. Frammenti di storie di cui vorresti sapere di più, spezzoni cinematografici di cui vorresti vedere anche i dettagli che sono rimasti fuori.
Laura Angelucci non fa sconti a nessunǝ, meno che mai alla realtà che viviamo, ma è meglio se vi lascio alle sue, di parole.
Da quanti anni sei un’illustratrice e perché?
Sono un’illustratrice inconsapevole da quando sono nata e questo lavoro mi ha permesso di continuare i giochi d’infanzia ad oltranza. Se intendiamo la mia carriera professionale – quella che la società ti riconosce e che scrivi sotto il nome nel biglietto da visita – è iniziata circa cinque o sei anni fa.
Quale lavoro, progetto ti ha fatto dire “ok, sono un’illustratrice”?
Più che un progetto in particolare direi un periodo: quando ho iniziato a collaborare con le testate giornalistiche italiane e mi affidavano editoriali e progetti. Potremmo dire che ho iniziato a crederci perché qualcuno ha creduto in me!
Ti va di dirci qualcosa in più su Breve e modesta guida per trovare Il Tetto nel quadrante Est di Roma?
É un Graphic Novel nato come progetto di tesi specialistica sotto la supervisione di Alessandro Baronciani. Io ho una grandissima passione per il cinema italiano, che in quel periodo sfiorava l’ossessione e avevo accumulato un archivio di fotogrammi che usavo come ispirazione per disegnare. Nel momento in cui ragionavamo con Alessandro su che direzione prendere per la tesi avevo appena finito di vedere Il Tetto di Vittorio De Sica che è la storia di una coppia di sposini che negli anni 60’ cercano il loro posto in una Roma pre-Boom economico. Un film che racconta i sogni e le aspirazioni di un momento, forse irripetibile, vissuto dai nostri nonni. In quel momento stavo per laurearmi e per entrare nella vita ‘adulta’, con tutta una serie di dubbi e incertezze su cosa ne sarebbe stato di me e del mio futuro. L’intuizione è stata semplice: intrecciare la storia del film con quella di una coppia del presente, in un ideale confronto fra la nostra generazione e quella dei nostri nonni, toccando vari temi: la conformazione urbanistica di Roma, il diritto all’abitare e l’amore.
Che effetto ti fa guardare i vecchi lavori?
A volte mi imbarazzano, a volte mi inteneriscono. Penso sempre che tornando indietro farei le cose in un altro modo, pensiero abbastanza insensato in realtà.
Se potessi tornare indietro nel tempo che consiglio ti daresti?
Anche qui, un consiglio che forse non ha troppo senso: mi consiglierei di partire prima. Di iniziare da prima a proporre il mio portfolio per misurarmi da subito con delle committenze. Il pensiero che faccio poi è che con buona probabilità da giovane, intendo intorno ai 20 anni non sarei stata in grado di gestire alcuni aspetti del lavoro.
Solitamente dove disegni? Riti, abitudini, posizioni, soundtrack?
Disegno a casa con i miei gatti sulla scrivania, disegno ospitata negli studi di altri amici artisti e disegno nei locali. Ho disegnato in treno, in bus, in una chiesa sconsacrata e al parco. Disegno ascoltando i discorsi degli altri, ascoltando Paolo Conte, la tecno, I Pixies e Marvin Gaye.
Cosa ti ispira?
Sai, il tema dell’ispirazione è delicato quando si tratta di lavoro, perché di fatto è come se dovessimo sempre essere pronti all’uso e allora l’ispirazione deve diventare un esercizio consapevole su come invocarla. Quando ho tempo, quando respiro, quando posso dedicarmi alle mie cose, mi ispira la vita, la vita degli altri, la bellezza, la bruttezza e le cose in cui inciampo.
Le tue tecniche preferite
In questi ultimi anni sto lavorando prevalentemente in digitale, per ragioni di tempo e praticità, ma devo dire che mi da anche molte soddisfazioni. Nasco però come acquerellista, ed è una tecnica che amo perché ti mette di fronte alla difficoltà di controllare le cose, un buon esercizio, che consiglio.
Una cosa che vorresti disegnare ma che non hai il coraggio di disegnare
Più che qualcosa che ho paura di disegnare ci sono storie che ho paura di non avere il tempo di disegnare.
Un esercizio che usi per fare bu! al foglio bianco
Guardo, scrivo e organizzo! Vorrei avere una risposta più creativa, ma sono una metodica.
3 libri che ti hanno cambiato la vita
Non so se sono i miei libri preferiti, ma hanno certamente cambiato qualcosa in me:
– Come Dio comanda, che mi ha fulminato.
– Bar Sport, che mi ha fatto capire cos’è l’ironia.
– Il libro dell’inquietudine perché è Pessoa.
3 illustratrici/illustratori che dobbiamo seguire
Sono tutti miei amici e hanno un mondo incredibile dentro: Federica De Fazio, Manfredi Ciminale e Chiara Lanzieri.
Una cosa che desideri fare ma che non hai ancora detto ad alta voce
Tante, ma sono scaramantica e non posso dirle!
C’è una domanda che non ti ho fatto e che invece vorresti tantissimo che ti facessi?
No, ho trovato molto belle le domande che mi hai fatto!
Chi ti piacerebbe vedere intervistatǝ dopo di te? E cosa gli/le chiederesti?
Intervisterei la mia amica Federica De Fazio, perché ha dei bellissimi progetti in uscita il prossimo anno e le chiederei da quale pozzo profondo pesca le sue immagini potenti.
Arrivano gli alieni sulla Terra: la prima cosa che dici è…
Benvenuti!