Ho scoperto Alison Bechdel nei primi anni dell’università, quando le prime lesbiche sono entrate nella mia vita e io nella loro: fino ad allora ne avevo sentito solo parlare, forse ne avevo avvistata qualcuna nel mio paese e dintorni ma non avevo mai condiviso con loro una quotidianità. E ammetto che devo ringraziarle per tante scoperte di vita, di femminismo e politica fatte, scoperte che mi hanno aiutato a capire il mondo di allora, e anche quello di oggi.
La prima volta in cui vidi Dykes to Watch Out For, è stata nella cucina di Brune, tra patate ripiene e pite del greco del Pigneto. In quel momento quel fumetto mi sembrò inaccessibile, un testo sacro che non avrei mai potuto leggere perché, a me, piacevano i maschi: mi sono sentita come quando in chiesa tuttз si alzano a prendere i sacramenti, e tu invece rimani seduta perché sei atea. E allora ho messo Alison Bechdel in un angolino della mia mente – insieme all’Ave Maria, mai imparata per bene – dicendomi che non mi sarebbe mai piaciuta, perché piaceva a tutte.
Qualche anno fa, però, ho iniziato a leggere fumetti in maniera più consapevole, per forza di cose ho ritirato fuori Bechdel dall’angolino in cui l’avevo relegata. Non sono partita subito con Dykes to Watch Out For, anche perché trovarlo in Italia è quasi una caccia al tesoro (io l’ho trovato su Vinted, per intenderci).
Chi è Alison Bechdel?
Alison Bechdel, fumettista statunitense, classe 1960, nota soprattutto per la striscia a fumetti Dykes To Watch Out For, pubblicata tra il 1987 e il 2008 su varie riviste, successivamente diventati una raccolta che qui in Italia s’intitola Dykes* (*Lesbiche/lelle/invertite): una pietra miliare della cultura LGBTQ+ che racconta con intelligenza e umorismo la vita di un gruppo di amiche-amici queer.
La sua fama si è ampliata a livello internazionale con il memoir a fumetti Fun Home: A Family Tragicomic (2006), un capolavoro che esplora il suo rapporto complesso con il padre e la sua scoperta della propria identità sessuale. Fun Home è diventato anche un musical di grande successo a Broadway, vincendo diversi Tony Awards. Un altro lavoro degno di nota è Are You My Mother? (2012), una profonda analisi del suo rapporto con la madre e la psicoanalisi. Bechdel è anche celebre per il “Bechdel Test”, un criterio semplice ma rivelatore per valutare la rappresentazione delle donne nei film, diventato ormai parte della cultura pop. Nel 2021 si è aggiunto ai suoi lavori Come diventare superiori (e complicarsi la vita).
Il suo stile grafico, essenziale ma espressivo, e la sua capacità di raccontare storie personali in modo universale, la rendono una figura unica nel panorama artistico e culturale.
Sei tu mia madre? Un’opera buffa
Alison è la protagonista di questo densissimo e ironico graphic memoir dove presente e passato si intrecciano per raccontare la travagliata relazione con la madre, fatta di telefonate quotidiane, di confronti letterari, di coincidenze e di cose non dette.
C’è anche il racconto dei complicati sette anni che le ci sono voluti per scrivere Fun Home, il precedente romanzo grafico incentrato sulla figura del padre gay, morto per cause non chiare. Ma ci sono anche le sedute di terapia, la depressione, i sogni simbolici, le relazioni amorose, i saggi psicanalitici di Winnicott che Alison studia ossessivamente alla ricerca di risposte e Virginia Wolf con i suoi diari. C’è tantissima vita e tantissima scrittura, disegnate minuziosamente e con grande attenzione ai dettagli, anche quelli più intimi. La palette colori è semplice: bianco, nero, grigio e rosso, che si attenua diventando rosa o s’intensifica trasformandosi in vinaccia. Alcune tavole sono così vere che sembra di avere tra le mani un diario, teneramente divertente e lievemente doloroso. Pubblicato nel 2012, in Italia è stato tradotto da Rizzoli Lizard.
Fun Home: Una tragicommedia familiare
Dopo aver esplorato il rapporto con sua madre, mi sono intrufolata in Fun Home, il memoir che indaga la figura paterna. Alison Bechdel ricorda e rielabora la sua storia familiare con un equilibrio tra ironia e sofferenza.
Il padre Bruce, anaffettivo e intollerante alle critiche, riversa il suo amore non sui figli ma sulla casa neogotica che restaura con ossessione. Questo rapporto, fatto di conflitti e silenzi, è raccontato attraverso una narrazione ricca di riferimenti letterari, da Camus a Fitzgerald.
Quando Alison fa coming out, scopre dalla madre che suo padre era omosessuale. Eppure, nonostante questo potenziale punto di contatto, il dialogo tra i due resta impossibile. Poco dopo, Bruce muore, probabilmente suicida.
Il bianco, nero e blu slavato delle illustrazioni accompagna un racconto che fa ridere mentre incrina il cuore.
Dykes to Watch Out For: una pietra miliare della cultura queer
Possiamo dirlo? Sì, diciamolo: questo fumetto è un pezzo di storia. Un punto di riferimento per la cultura LGBTQ+. Non è solo un fumetto: è un ritratto vivace, ironico e politico della vita queer negli Stati Uniti tra la fine degli anni ’80 e il 2008.
La serie segue le vite intrecciate di un gruppo di amiche, amanti e complici, come filo filo conduttore la protagonista Mo: un’intellettuale ansiosa e attivista, che rappresenta uno specchio per le paranoie e le contraddizioni di molte femministe radicali dell’epoca. Intorno a lei ruotano personaggi pazzeschi, come la sarcastica Lois, la saggia Ginger e la romantica Sparrow, ciascuna con le proprie lotte, gioie e amori (complicati, il più delle volte). La forza di Dykes sta nell’equilibrio tra il personale e il politico: Bechdel non racconta solo storie di relazioni, ma anche il contesto sociale e storico in cui queste si sviluppano, dalle battaglie per i diritti LGBTQ+ alle tensioni culturali e politiche dell’America conservatrice. E nonostante, in passato abbia pensato che non potesse fare per me, beh mi sbagliavo alla grande! Non importa l’orientamento o la tua identità: Dykes parla di vita, amicizia e resistenza.
Come diventare super forti: un memoir sulla forza, dentro e fuori
Con questo fumetto (The Secret to Superhuman Strength, 2021), Alison Bechdel si addentra in un tema apparentemente più leggero, ma che in realtà è stratificato e personale: il rapporto con il corpo, la forza fisica e la crescita interiore.
Partendo dalla sua ossessione per il fitness, Bechdel racconta decenni di allenamenti, dal jogging degli anni ’70 fino agli sport estremi e allo yoga di oggi. Ma il libro non si limita a parlare di attività fisica: è una meditazione sulla ricerca di un equilibrio tra corpo e mente, sul desiderio di superare i propri limiti (fisici ed emotivi) e sul bisogno di connessione con il mondo.