Qualche settimana fa sono andata a riprendere la lista delle illustratrici che avevo segnato su Google Keep: ho scorso i nomi e ne ho scelto 4. Tra questi c’era anche il nome di Alice Caldarella, che mi ha fatto avere la sua intervista nei tempi più rapidi mai visti da quando ho questa rubrica, e quindi eccoci qua, in anticipo e con molta gioia sul calendario editoriale!

Nata nel 1989 a Catania, Alice ha poi vissuto a Roma dove ha frequentato la scuola Officina B5 – che guarda caso è anche la stessa scuola dell’ultima illustratrice passata qui a Illustrami, Francesca Murgia – poi Bologna e di nuovo Catania. Ha disegnato per Giunti, Usborne, Battello al vapore, e nel 2021 ha esordito come autrice con Cometè.

Il suo amore per le matite colorate, la natura e le storie si nota in ogni suo tratto: colori pastello e linee morbide dipingono mondi abitati da personaggi sempre felici, in pace con se stessi, con la natura tutta. Se dovessi dire perché ho scelto proprio lei, risponderei immediatamente che, soprattutto in questo momento, vivrei volentieri dentro le sue illustrazioni, in mezzo ai fiori, alle sirene, a leggere sotto ai funghi, a dimenticarmi delle brutture del mondo. Perché è vero che quelli di Alice sono mondi pensati soprattutto per il mondo dell’infanzia, ma di certo anche noi persone grandi, possiamo entrarci e starci, e pure molto bene.

Alice Caldarella ©

Da quanti anni sei un’illustratrice e perché?

Sono illustratrice dal 2017. Subito dopo aver frequentato Officina B5, ho ricevuto la mia prima commissione da Giunti, con cui ho realizzato il mio primo libro di narrativa per la collana Colibrì. Scegliere questo settore è stato un gesto istintivo. Venivo da un periodo difficile, segnato da un intervento alla gamba, e proprio durante la convalescenza ho capito che ciò che mi faceva stare bene era disegnare, in particolare nel mondo dell’illustrazione per l’infanzia.

Quale lavoro, progetto ti ha fatto dire “ok, sono un’illustratrice”? 

Ho capito di essere un’illustratrice nel 2018, quando mi è stato commissionato il mio primo albo illustrato. Simbolicamente, per me, realizzare un progetto di quel tipo aveva un valore particolare, più significativo rispetto ai lavori di scolastica o narrativa che avevo fatto fino a quel momento.

Che effetto ti fa guardare i vecchi lavori?

Stranissimo 🙂 Crescendo e cambiando stile nel tempo, divento sempre più critica. Però mi piace osservare come si sia evoluto il mio immaginario in tutti questi anni. Alcuni lavori, lo ammetto, li rifarei se potessi. Ma ci sono comunque affezionata, perché sono stati tappe importanti che mi hanno permesso di salire, un passo alla volta, i gradini successivi.

Se potessi tornare indietro nel tempo che consiglio ti daresti? 

Di non abbandonare la tecnica del tradizionale. Mi dispiace aver messo da parte uno stile che sentivo mio, per ragioni legate ai tempi, ai budget e alle esigenze dei clienti. Ancora oggi cerco di ritagliarmi uno spazietto per riprendere le matite colorate. Credo che, se avessi avuto più costanza e tenacia nel coltivare il mio stile in tradizionale, oggi mi sentirei più soddisfatta della mia arte.

Alice Caldarella ©

Solitamente dove disegni? Hai riti, abitudini, posizioni, soundtrack?

Lavoro sempre da casa e passo la maggior parte del tempo tra la scrivania e il divano. Non ho grandi rituali, ma sì, ho bisogno di avere sempre musica o podcast in sottofondo: mi aiutano a concentrarmi. Negli anni, grazie a questo lavoro, ho accumulato una vera e propria collezione di playlist! 😀 Ah, e ovviamente, sopra di me c’è la mia gatta Matilde. 

Cosa ti ispira?  

Prima di iniziare qualsiasi progetto, che sia personale o di lavoro, passo spesso del tempo su Pinterest, Behance e Instagram. Creo una moodboard per definire l’atmosfera, la palette e i personaggi. Amo tantissimo i fiori, il mare, le farfalle e i toni pastello: tutti ingredienti perfetti per alimentare la mia ispirazione.

Le tue tecniche preferite

Come accennavo prima, amo moltissimo le matite colorate, i PanPastel e le gouache. Mi piace il calore che emana il disegno in tradizionale. Anche se utilizzo spesso il digitale per lavoro, continuo a percepirlo come una tecnica un po’ più fredda e meno vibrante rispetto a un’illustrazione creata con materiali “veri”, che lasciano tracce, imperfezioni e texture uniche.

Alice Caldarella ©

Una cosa che vorresti disegnare ma che non hai il coraggio di disegnare

Nel 2024 ho scritto un testo per un albo illustrato. È una storia molto personale e profonda. Il tema è il rifiorire dopo un lungo periodo di buio. Nonostante abbia vissuto in prima persona questa esperienza, non riesco a trovare il metodo migliore per illustrarla. Spero che prima o poi quel momento arrivi così da poter chiudere un cerchio.

Un esercizio che usi per fare bu! al foglio bianco

Non ho un vero e proprio esercizio: più che altro, mi lascio trasportare dalle emozioni. Questo significa anche disegnare e cancellare molte volte, finché il disegno giusto non arriva. A volte mi do un tempo limite, così da non forzarmi troppo. Disegno praticamente tutti i giorni, quindi se l’ispirazione non arriva da sola… vuol dire che non è il momento giusto. Ogni tanto bisogna anche sapersi fermare e riposare! 😀

3 illustratrici/illustratori che dobbiamo seguire assolutamente 

Oddio, domanda difficilissima!
In primis ti direi Pierre Mornet — amo profondamente le sue illustrazioni. Poi Felicita Sala: ogni suo libro è pura poesia, credo di averli quasi tutti. Infine Anna Aparicio Català — la sua freschezza è qualcosa di davvero raro. Sappi che potrei citarne almeno altri mille!

3 libri che ti hanno cambiato la vita 

Più che cambiarmi la vita, direi che mi hanno cambiato prospettiva.
Il primo è la Trilogia del limite di Suzy Lee, che mi ha colpita profondamente. Il secondo è Le dee dentro la donna di Jean S. Bolen, e il terzo Grammatica della fantasia di Gianni Rodari. Ho scelto quelli che, istintivamente, mi sono venuti in mente per primi. Tra gli autori che amo di più, però, c’è sicuramente anche Hillman.

Alice Caldarella ©

Che rapporto hai con i social?

Pessimo! Purtroppo, usando molto Instagram per lavoro, mi rendo conto che spesso ne abuso. Cerco di starci il meno possibile, anche se basta una notifica, che sia un’email o un like, per distrarmi.

Non amo particolarmente creare contenuti con la mia faccia o fare storie parlate. Vorrei che le mie illustrazioni bastassero da sole e arrivassero dritte al mio pubblico. Magari, con il tempo, riuscirò a mostrarmi un po’ di più, così da soddisfare chi mi segue e riuscire a raccontare meglio il mio lavoro.

Una cosa che desideri fare ma che non hai ancora detto ad alta voce

Aprire un brand è sempre stato il mio sogno più grande: creare pattern e trasformarli in vestiti, costumi, oggetti di ogni tipo. Purtroppo, al momento, non ho le risorse economiche per realizzarlo… ma continuo a tenerlo stretto nel cassetto, non si sa mai 😀

C’è una domanda che non ti ho fatto e che invece vorresti tantissimo che ti facessi?

Chiedermi qual è il mio colore preferito: il lilla <3

Chi ti piacerebbe vedere intervistatǝ dopo di te? E cosa le/gli chiederesti?

Ultimamente sto amando tantissimo i lavori di Sara Brienza, quindi ti direi lei. Le chiederei di raccontare qualcosa del suo percorso artistico: sono curiosa di sapere come si è evoluto nel tempo.

Arrivano gli alieni sulla Terra: la prima cosa che dici è… 

Vi stavamo aspettando 🙂

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